Se stai iniziando a leggere questa lista, fai un piccolo gioco. Fai mente locale sull’ultima volta che hai parlato con qualcuno, e vedrai che hai utilizzato almeno un “modo di dire”. I modi di dire, ovvero frasi fatte che hanno un certo significato, si usano così comunemente e sono così diffuse che rimane difficile, spesso, capire da dove provengano e quali siano le loro origini: per alcune espressioni queste origini sono più chiare, e in questa lista scoprirai la provenienza e il significato originale di alcune tra le espressioni più diffuse nella nostra lingua.
10. Abbassare la cresta
Iniziamo con un modo di dire piuttosto diffuso e la cui interpretazione non è difficile, abbassare la cresta. Si dice a qualcuno di abbassare la cresta quando questo è arrogante o ha un’aria di superiorità, e questo può dare fastidio. Questo modo di dire deriva da un lessico prevalentemente contadino, a causa del fatto che essendo persone comunque umili altri, come i nobili, tendevano a comportarsi da arroganti; l’abbassare la cresta indica il gesto del gallo perdente dopo uno scontro con un altro gallo per il controllo del gruppo di femmine (i polli si organizzano in gruppi di tante femmine e un solo maschio).
9. Le armi bianche
Tutte le armi che non sono da fuoco, per cui escludendo pistole, fucili e simili, sono dette armi bianche. Eppure spade, coltelli e pugnali sono anch’essi molto pericolosi e di bianco hanno ben poco: da dove deriva il loro nome? L’arma bianca è un’espressione derivata dal tedesco “Blanch”, che oggi si trova come “Blank”, e sembra fosse una parola di uso comune nel medioevo per indicare le armi che tuttavia non erano bianche, perché “Blanch” era inteso nel senso di “Splendente”; visto che le armi da taglio e da punta riflettono la luce del sole, sono splendenti, e l’espressione è poi rimasta ancora oggi.
8. Andare a farsi benedire
Se stiamo facendo un lavoro, e malauguratamente dovesse rompersi, o crollare, insomma danneggiarsi in modo irrecuperabile, si dice che è andato a farsi benedire (oddio, a volte si usa anche un’espressione vagamente più volgare). L’origine di questa espressione non ha una storia certa, ma ha una sua logica: la benedizione si cerca quando vogliamo ottenere qualcosa che non riusciamo ad avere con le nostre forze; in altre parole, si spera in un intervento divino. Da qui la frase, perché solo un intervento divino potrebbe salvare il lavoro irrecuperabile che volevamo fare.
7. Andare in brodo di giuggole
Quando una persona è evidentemente felice o soddisfatta delle sue azioni si dice che è andata in brodo di giuggiole. Ma che cos’è il brodo di giuggiole? Il giuggiolo è un albero da frutto che produce delle piccole drupe, appunto le giuggiole, buone da mangiare (in alcune parti d’italia si indicano con un nome diverso, ma il frutto è quello che vedete in foto). In alcune zone da questi frutti si ricava un liquore a partire dalle giuggiole essiccate, che si chiama “brodo di giuggiole” ed è molto apprezzato per il suo sapore: ciò che la persona sta facendo si eguaglia così al piacere di bere questo liquore.
6. Attaccarsi al tram
Questa è un’espressione di uso molto comune, se non che tram a volte viene sostituito da altre parole. Nonostante l’ironia dell’espressione, questa deriva dal fatto che in passato, veramente, in alcune città c’era la possibilità di attaccarsi al tram: i tram erano molto più lenti di quelli di oggi, e non avevano una velocità molto superiore a quella del passo dell’uomo, per cui attaccarsi ad un apposito maniglione posto sul retro significava farsi trainare. Ma chi lo faceva era l’ultimo arrivato che non aveva trovato posto a sedere, costretto così ad “attaccarsi al tram”.
5. Avere il braccino corto
Tutti conoscono questa espressione utilizzata per indicare una persona molto avara. E l’accezione comune di “braccino corto” va a significare “così corto che non arriva al portafoglio”. In realtà sembra che l’origine di questo modo di dire non derivi da questo, ma dal fatto che i venditori di stoffe, in passato, accorciavano veramente il braccio. La stoffa spesso veniva venduta “a braccia” (un braccio, due braccia di stoffa) eove il braccio era quello del venditore. Se costui accorciava il braccio vendeva meno stoffa ma il prezzo era lo stesso. Più che un avaro, era un ladro.
4. Il Capro Espiatorio
Quando si vuol dare a qualcuno tutta la colpa di un evento avverso, si dice che ne facciamo un “capro espiatorio”. Da dove deriva questa espressione? Arriva direttamente da una citazione biblica, che si trova nel libro del Levitico, dove si dice che gli uomini del tempo erano soliti offrire una volta all’anno in sacrificio a Dio un capretto, in cambio della sua remissione dei peccati. Come dire che il capretto pagava per gli sbagli dell’uomo, e serviva così ad espiare i peccati perché non sarebbe stato consumato. Da qui l’espressione, sopravvissuta fino ad oggi.
3. Versare lacrime di coccodrillo
Quando una persona piange per una cosa di cui, sappiamo, non essere dispiaciuta per niente, si dice che sta versando lacrime di coccodrillo. L’espressione deriva da una caratteristica fisiologica che i coccodrilli hanno veramente: dopo aver ingerito una preda, iniziano a piangere. Queste lacrime non sono ovviamente derivate dal dispiacere per la povera vita appena distrutta, ma dal fatto che il coccodrillo non suda (a differenza nostra) e non avrebbe modo di espellere il sale contenuto nel corpo della preda in altro modo: il sale in eccesso nel sangue viene così espulso tramite un’abbondante lacrimazione.
2. Tornare con le Pive nel Sacco
Un’altra espressione molto comune utilizzata quando una persona va a fare una cosa e torna senza aver ottenuto nulla, o senza aver vinto, è quella di “tornare con le pive nel sacco”. Le pive erano antichi strumenti musicali che venivano suonati dai soldati, e in particolare si suonavano quando questi avevano ottenuto una vittoria in una battaglia: se la battaglia era stata persa, non le suonavano (ovviamente) e le tenevano nei loro sacchi. Avere le pive nel sacco quando tornavano significava avere perso.
1. Passare la notte in bianco
Questo modo di dire è uno tra i più diffusi perché a molte persone capita di passare la notte in bianco, insomma di non dormire: ma perché si dice “in bianco”? L’origine deriva da un’usanza che riguardava nel medioevo gli uomini che stavano per diventare cavalieri: la notte prima dell’investitura e della consegna delle armi venivano fatti vestire di bianco e dovevano passare la notte in una chiesa, in preghiera, a riflettere su come sarebbe cambiata la loro vita: il vestito bianco e il fatto di non dormire hanno dato origine all’espressione “passare la notte in bianco”.
fonte: www.curiosone.tv